22 dicembre, 2008

Link e notizie utili

Per facilitare il compito di chi è interessato all'approfondimento dell'argomento da noi trattato,consigliamo la lettura del capitolo riguardante le defixiones nel libro di Margherita Guarducci "Epigrafia greca dalle origini al tardo Ellenismo" in cui potrete trovare interessanti notizie ed esempi e una ricca bibliografia.Per quanto riguarda alcuni siti da noi visitati e studiati,possiamo proporvi:






19 dicembre, 2008

Gli oggetti magici





Le defixiones fanno parte del repertorio magico usato nel mondo antico e rimasero in uso fino in tarda epoca cristiana,quando la Chiesa proibì severamente ogni forma di superstizione,che però continuò ad essere perpetrata in segreto.
La magia nell'antichità era vista come qualcosa legato alla vita,alla "sacralità profana",alla fortuna,e per cercare questa buona sorte si utilizzavano oggetti quotidiani ,sui quali si incidevano simboli magici o parole,spesso apparentemente senza senso,anche se potevano avere una lettura numerica,perchè nella cultura greca i numeri venivano scritti utilizzando le lettere dell'alfabeto associate ciascuna ad un numero;frequentemente sono state trovate gemme con la scritta ABRASAX che numericamente corrisponde a 365,numero portatore di fortuna per eccellenza.
Altro strumento utilizzato per la magia sono grandi chiodi incisi con simboli sconosciuti e tutt'ora senza significato che potevano avere significati criptici;sono presenti nelle culture greca e latina e l'immagine qui sopra riportata fa parte di una collezione del British Museum,Londra.

Lamelle questa volta d'oro e non di piombo sono a loro volta oggetti legati al mondo magico-religioso:sono le lamine auree orfiche.Questi sottili fogli d'oro venivano ripiegati e collocati nella bocca o nelle mani dei defunti per garantire loro una "guida per il viaggio ultraterreno".

Le lamine orfiche furono utilizzate dal IV al II sec a.C e furono per lo più influenzate dalla filosofia greca,soprattutto da quella orfico-pitagorica.

Esistono due tipi di lamine:il primo si rivolge a Persefone e altre divinità infere per raggiungere un aldilà "terreno;il secondo tipo,orfico per eccellenza ,si riferisce a Mnemosine e alla sua fonte della memoria che consente di comprendere l'essenza stessa dell'anima.

Per concludere ecco un esempio di laminetta orfica rivolta a Mnemosine:


Questo è il regno di Mnemosine. Qualora tu venga a morire, andrai alle case ben
fatte di Ade: a destra c'è una fonte; accanto ad essa sta un bianco cipresso.
Venendo laggiù le anime dei morti trovano refrigerio. A questa fonte non ti
avvicinare affatto! Ma più avanti troverai la fresca acqua che scorre nel lago
di Mnemosine: di sopra vi sono i custodi. Essi ti domanderanno, nell'animo loro
prudente, che cosa tu veramente chieda alla Tenebra di Ade funesto. Dì: figlio
io sono della Greve e di Urano stellato. Sono arso da sete e muoio, ma datemi
subito la fresca acqua che scorre dal lago di Mnemosine". E, invero, avranno
misericordia di te con il consenso del re di sotterrra; e, invero, ti
permetteranno di bere al lago di Mnemosine e, invero, anche tu, dopo aver bevuto
verrai alla via sacra che anche altri iniziati e baccanti percorrono incliti"




A contatto con le defixiones

Qui di seguito verranno presentati alcuni fra i numerosi esempi di defixiones, sia testi con relativa traduzione, sia immagini di ritrovamenti, in modo tale da rendere più chiaro l'argomento trattato.
Il primo documento proposto è stato inciso su una laminetta di piombo rinvenuta a Morgantina (Sicilia), più precisamente nei pressi del santuario delle divinità infere e databile nel I sec. A.C .Il testo è il seguente:


<Γά, Ερμα, θεοι καταχθονιοι, ποτιδεξεσθε ταν Βενουσταν του Ρουφου, ταν θεραπαιναν>

"Gea, Ermete, dei inferi, accogliete Venusta (figlia) di Rufo, la schiava."



Qui è evidente come il mittente della maledizione si rivolga alle divinità degli inferi affinchè accolgano Venusta (la destinataria della defixio), cioè la facciano morire.

Il secondo esempio consiste anch'essa in una laminetta plumbea rinvenuta però questa volta ad Atene, in una tomba del famoso quartiere del Ceramico, e databile alla seconda metà del V sec A.C. Anche in questo caso riportiamo il testo greco con relativa traduzione:


<Λυσανιασ εκ το αργυροκοπιο φυσετες και αυτος και ε γυνε και τα χρεματα και οτι εργαζεται και τα χρεματα και χερες και ποδες και νος κεφαλε, ριν ανθεμ...ν. γες ιερας.>

"Lysanias, soffiatore della zecca, e lui e la moglie e le sostanze e ciò che lavora e le sostanze e mani e piedi e mente, testa, naso...della sacra terra".


Oggetto della maledizione è ,in questo caso, un operaio della zecca ateniese, il quale "soffiava" sul fuoco che ardeva sotto i crogiuoli, a cui sono associati anche la moglie, le sostanze e anche alcune parti del corpo.

Per concludere, inseriamo due immagine di defixiones :





Maledizioni nel mondo romano

Le tabella defixiones entrarono a far parte della vita popolare romana che ,come per molte altre cose quotidiane,si era ispirata al mondo greco. Anche in questo caso coloro che volevano maledire si rivolgevano ad "organi competenti",che però non erano ben accettati dalle magistrature per il fatto che la magia e la superstizione venivano visti come sintomo di popolo "ignorante" e potenzialmente pericoloso se mal guidato.

Anche nel caso delle defixiones latine ci si rivolgeva agli dei inferi(come Ecate,dea dei trivi e delle ombre,Proserpina e Plutone,dei ctonii dell'Oltretomba),ai Mani,protettori della famiglia,a cui ci si rivolgeva talvolta anche per avere vendetta contro un'ingiustizia subita, e a divinità minori specializzate o a figure inumane protettrici delle sorgenti,fonti e pozzi,grazie alle quali il "messaggio"sarebbe arrivato più velocemente agli dei vendicatori.Interessante è l'osservazione delle defixiones nelle zone provinciali,dove i nomi delle divinità del Pantheon maggiore sono fiancheggiati dai nomi degli dei autoctoni come Nana e Aquannos,Antumnos e Adsagonda se si fa riferimento alla Gallia Romana.

Un grande ritrovamento è stato effettuato di recente nel Parco di Traiano sul Colle Oppio a Roma nei pressi di un antico santuario dedicato ad una divinità acquatica e poi dimenticato per secoli;all'interno di una grande vasca a fontana sono stati trovate laminette di piombo,chiodi e perfino un elegante contenitore cilindrico che proteggeva una bambolina con strutture in osso e rivestimento di cera avvolta strettamente in una lamina che conteneva il testo della maledizione:anche se il proprietario rimaneva anonimo certamente questo committente desiderava rendere noto al "fabbricante" e agli dei inferi la sua agiatezza.

18 dicembre, 2008

Autori, forma e accessori delle defixiones

Per quanto riguarda la preparazione delle defixiones,si faceva riferimento a "professionisti" che seguivano delle particolari norme e che dietro compenso avrebbero poi scritto essi stessi i testi.
Quest'ultimi erano nella maggior parte dei casi scritti in prosa(rari sono i casi in cui sono stati rinvenuti testi in versi) ed evidenziavano la capacità dello scrivente di incidere sulle laminette lettere molto piccole con mano ferma.
In altri casi, però, i testi venivano commissionati anche ad indovini o girovaghi, spesso appartenenti al ceto servile i quali potevano essere puniti per la loro opera con la pena di morte: solo cosi si può spiegare la clandestinità con cui ci si rivolgeva a tali figure e, soprattutto, gli errori grammaticali e sintattici presenti in alcuni testi.
Frequentemente tali maledizioni erano sepolte nel terreno insieme ad altri particolari oggetti, i quali servivano ad aumentare la loro efficacia; sono state, infatti, rinvenute delle "bamboline"che probabilmente rappresentavano il destinatario della maledizione con le mani legati dietro la schiena o trafitto da chiodi.
Ben presto, però, si diffuse la convinzione che la sola collocazione delle maledizioni unite a questi particolari elementi non fosse sufficiente allo scopo, e per tale ragione si iniziò ad invocare esplicitamente nei testi gli dei del mondo degli inferi, tra cui Ecate, Persefone Plutone, spesso accompagnati anche dal nome di divinità "straniere" come Iside e Osiride.

17 dicembre, 2008

Defixiones:le maledizioni del mondo antico

Il termine "defixiones" viene utilizzato dagli epigrafisti per indicare le laminette di piombo databili dalla seconda metà del VI secolo a.C.al pieno Cristianesimo con iscrizioni inerenti a maledizioni di carattere privato contro coloro che si apprestano a compiere un crimine o che già l'hanno commesso.
Come si può notare "defixiones" è un termine latino ( traduzione del greco katadesmos) che deriva dal verbo defigere che significa inchiodare cioè legare i propri nemici ad un terribile destino;il concetto veniva poi amplificato trapassando le laminette con un chiodo.
I ritrovamenti più cospicui delle lamine sono stati rinvenuti presso santuari di divinità infere,pozzi,sorgenti e soprattutto presso sepolcri di persone morte prematuramente o in circostanze violente,perchè si riteneva che le anime di tali defunti avrebbero potuto meglio di altre dar fastidio alle persone nemiche.
L'efficacia delle defixiones poteva anche essere accresciuta utilizzando parole greche e latine alternate,frasi retrograde,formule e simboli magici.
Infine, le defixiones venivano rivolte ad avversari in amore,rivalità in campo sportivo e giudiziario,ladri; le maledizioni potevano colpire un singolo individuo,un gruppo o frequentemente parti del corpo (lingua ,organi genitali,arti).